Diario di Omar Fanciullo, ma l’autrice è Elena Floriddia , tecnico appassionato
“Esco di casa alle 14:30 per andare via dal Grezar alle 19:15, così per dire.
Parliamo di ragazzi: dopo avergli fatto fare un sano riscaldamento, scambiato testimoni manco fossero figurine, averli seguiti da vicino alle varie partenze, tra una Patrizia che raccoglieva i soldi, un Enrico che preparava un Excel con le squadre per le prossime gare, una Vale che con il suo zainetto saltellava qua e là, quando tutto sembrava normale… inizia a piovere. Sazio.
Eravamo sotto la tettoia della call room a vedere questi ragazzi che con 12 gradi correvano in maglietta e pantaloncini corti nelle pozzanghere mentre senti “ma il piccoletto sa nuotare?”
Noi, un po’ stufi dell’attesa, infreddoliti, con il mal di schiena, con gli occhiali appannati, i pantaloni umidi, i piedi che non sapevamo se erano più freddi o più bagnati, noi a ogni giro incitavamo i ragazzi fino a perdere la voce.
È stato emozionante vedere Antonio, Roberto, Giuseppe che ormai fradici con la giacca più blu della notte correvano per il campo per seguire i ragazzi della staffetta, rischiando pure la squalifica. Corina che incitava ragazzi, cadetti, tecnici di tutte le età, chiunque indossava una maglia giallo fluo.
All’ultima gara, 3x800 ragazze, che abbiamo perso all’ultima curva, un arcobaleno si mostra intero a colorare il cielo. Finita la frazione ci tuffiamo in un abbraccio bagnato, un po’ sudato e un po’ palpitante, ma immenso. Un’esplosione di colori blu, verde, giallo fluo, un‘emozione unica.
Questo solo a ricordarci di quanto sia bello vivere lo sport, da qualunque parte si stia. “