DA VARESENOI.IT

La storia di Luca Gentilini, a 16 anni già volontario della Croce Rossa di Luino: «Sono partito da animatore alla casa di riposo» Prosegue il racconto della storie di vita delle proprie donne e uomini dell'associazione che poi diventerà un libro: «Ho avvertito da subito il piacere di mettermi a disposizione degli altri». Il presidente Buchi: «Luca è uno dei giovani promettenti ed è un punto di riferimento per molti» Continua il "quaderno di viaggio" della Croce Rossa di Luino e Valli con le testimonianze dei volontari e delle loro storie di vita curate da Patrizia Martino. Questo lavoro di raccolta andrà a creare un libro dedicato al volontariato in Croce Rossa che verrà realizzato nei prossimi mesi con il fine di raccogliere fondi. Luca Gentilini è il prossimo protagonista di questo pezzetto di vita in uniforme CRI da condividere e da raccontare. «Luca è uno dei giovani promettenti nella nostra associazione. E' partito da giovanissimo, acquisendo anno dopo anno esperienza e competenza. E' un punto di riferimento per molti e contribuirà ad un giusto e prossimo ricambio nella governance del Comitato luinese» commenta Pierfrancesco Buchi, Presidente della Croce Rossa di Luino e Valli. Ecco il racconto della sua storia a cura di Patrizia Martino: L'appuntamento con Luca Gentilini, membro del Consiglio Direttivo Cri Luino, da due anni formatore di 4° livello, è a Porto Valtravaglia. Non sono passati tanti anni da quando a 16 anni ha fatto ingresso in Cri. Ricorda con allegria le prime esperienze come pioniere: assistenza come animatore alla casa di riposo e animatore per i bambini dei campus estivi o delle attività sportive del territorio. Erano attività semplici, ma nello stesso tempo impegnative. Richiedevano capacità empatiche e assunzione di responsabilità. Ha avvertito da subito il piacere di mettersi a disposizione degli altri. «Quando andavamo a fare assistenza alla casa di riposo – racconta – tornavo a casa felice perché leggevo nei loro occhi la gioia che eravamo riusciti a portare. La loro gratitudine e la loro contentezza di aver passato del tempo con noi ci ripagava ampiamente». Ricorda poi l’impegno durante i campi estivi. «Si tornava a casa piuttosto stanchi e provati – sorride – ma ci rendevamo conto che era stato tempo ben speso. Ogni volta era come se qualcosa scattasse dentro». Nell’esaminare quelle esperienze, tiene a sottolineare come l’assunzione di responsabilità gli ha permesso di guadagnare il senso di consapevolezza di se stesso. La formazione avveniva direttamente sul campo, attraverso le attività che bisognava svolgere e lasciava un’impronta indelebile. «Venivano acquisite di volta in volta nuove capacità – spiega- che andavano a strutturare meglio la nostra identità, rendendo sempre più comprensibili i valori che orientavano il nostro comportamento». Luca ha vissuto intensamente queste opportunità di crescita all’interno del gruppo giovanile della Croce Rossa e ritiene, dalla consapevolezza che gli è derivata, che la migliore formazione per i giovani, al di là della mera conoscenza teorica, sia dare loro la possibilità di sperimentare sul campo il senso e la profondità della mission stessa a cui sono chiamati ad aderire. Invita a riflettere sul fatto che spesso ci si dimentica che ogni società evoluta si deve preoccupare della formazione dei suoi leader, evitando di lasciare allo sbaraglio questo processo, perché vi è un senso di responsabilità personale, ma anche un senso di responsabilità sociale. Sostiene che possiamo constatare oggi una certa superficialità riguardo a queste tematiche, mentre oggigiorno abbiamo una grande necessità di riflettere sulle conseguenze di una mancanza di assunzione di responsabilità di chi è chiamato a guidare i processi di crescita della collettività. «La Croce Rossa Italiana – osserva – è particolarmente sensibile ai bisogni dei giovani e alla loro crescita ed io sono contento di poter dare il mio contributo in questo ambito». Durante il periodo universitario ha avuto un breve allontanamento per potersi dedicare completamente allo studio, concentrando lì le sue energie. Non appena conclusi gli studi però, viene contattato dal presidente Buchi, sempre attento a cogliere le situazioni che possono trasformarsi in opportunità per la crescita sia delle singole persone, sia del Comitato Cri di Luino. Anche questa volta non sfugge al presidente la possibilità di valorizzare Luca e di portare a casa una valida collaborazione. Inizia così per Luca un percorso specifico di formazione che lo vede impegnato a Roma nella selezione del corso per diventare istruttore e successivamente in un corso intensivo di due settimane organizzato a Jesolo dal comitato nazionale della Croce Rossa Italiana. Segue poi un corso di specializzazione a Marina di Massa. Questa volta ha modo di approfondire la conoscenza sui principi generali e sui valori della Croce Rossa. «E’ stata una bella opportunità quella del corso a Marina di Massa sui principi e valori – precisa- perché ho avuto modo di approfondire il contenuto, ma soprattutto cogliere l’aspetto pragmatico di questi concetti, potendoli così collegare alle situazioni concrete della vita, alle skills». E’ esperienza comune poter rilevare che a volte pur concordando sui principi, si mettono in atto comportamenti che si discostano dagli stessi. Il più delle volte il processo non è accompagnato dalla consapevolezza dei soggetti, che si muovono in modo difforme. Oltre a creare difficoltà nel conseguire gli obiettivi, spesso si assiste a una complicazione del processo comunicativo e a una compromissione delle relazioni. Arricchito da questi percorsi, inizia la sua attività carico di entusiasmo ed energia. Ha potuto acquisire competenze come mediatore e negoziatore e questo è un aspetto che lo fa sentire particolarmente sicuro nell’affrontare ogni compito, ma soprattutto sa che l’attività del formatore passa attraverso l’esempio e che ogni competenza deriva da modo di essere, in primis riferito ai principi e valori. Si sente portato alla divulgazione, più che all’operatività sul campo. Ritiene che sia fondamentale per tutti e in modo particolare per chi opera come volontario in Cri, saper vedere le situazioni da più punti di vista. La sua attività con i giovani è connotata proprio da questa libertà dal giudizio e dal lasciare spazio di espressione, perché i giovani possano, a loro volta, fare esperienza diretta. E’ impegnato periodicamente nelle attività di formazione rivolte sia ai volontari sia alla popolazione. In diverse occasioni, ad esempio, ha incontrato gli studenti degli istituti Superiori affrontando con loro soprattutto tematiche di attualità. Riguardo al periodo della pandemia da Covid racconta che con i giovani Cri è stata affrontato con grande impegno. «E’ stato un periodo duro- dice - ma contrassegnato da tanta passione e desiderio di aiuto reciproco». Ha acquisito le tecniche per entrare in contatto e tenere aperto il dialogo con i giovani che fin dall’età di 14 anni possono entrare in Cri. Ai giovani che gli vengono affidati insegna che occorre sempre andare oltre il traguardo. «Non faccio lezioni frontali – specifica - quello che cerco di fare è creare occasione in cui i giovani possano imparare facendo, vivendo le situazioni direttamente». Sulla base di questo approccio metodologico ha organizzato un percorso itinerante alla Rocca di Caldè, con attenzione alla relazione, il tutto miscelato ad una buona dose di avventura. Spiega che viene organizzato almeno un corso di formazione ogni anno. Tiene alta l’attenzione dei giovani su due aspetti importanti: saper progettare e portare attività nuove. Prima di chiudere la nostra conversazione ci soffermiamo sugli scenari di conflitto armato internazionale attuali, su quanto è necessario oggigiorno fare un’azione di divulgazione dei principi e valori della Croce Rossa. «La situazione generale attuale è difficile e preoccupante. Sono tanti i problemi e richiedono particolari competenze per essere affrontati – riflette pensoso e afferma deciso: «Per questo oggi più che mai la formazione riveste un ruolo fondamentale». La guerra in Ucraina ha segnato una linea di demarcazione tra passato presente e futuro. «Occorre spiegare alla popolazione il ruolo della Croce Rossa nel conflitto e il messaggio di Henry Dunant, il suo fondatore; come le convenzioni internazionali proteggono la popolazione civile ed il personale sanitario, limitano i mezzi di combattimento, prevedono specifiche responsabilità per i crimini di guerra. Tutte regole – precisa – che esistono grazie alla Croce Rossa che è da sempre promotore e custode del diritto internazionale umanitario dei conflitti armati ovvero delle norme contenute nelle Convenzioni di Ginevra». Prima di chiudere il nostro incontro vogliamo lanciare uno sguardo verso il futuro. Cos’altro per Luino? La risposta è immediata e sembra voler essere il completamento di quanto detto. «Considerato le emergenze attuali – osserva– ritengo fondamentale fare in modo che i valori e i principi della Croce Rossa diventino esperienza pratica tra i volontari: occorre favorire la condivisione attraverso momenti di socializzazione delle esperienze e delle competenze». E aggiunge: «Per esigenze di servizio si entra in contatto e si conoscono solo le persone che condividono lo stesso incarico. Sarebbe interessante, di tanto in tanto, entrare in contatto con tutti i volontari». Chiudiamo l’incontro lasciando in evidenza queste ultime proposte. Il sole ormai è sceso all’orizzonte e si prepara a nascondersi dietro il profilo delle montagne. La speranza di un impegno che si propaga e si moltiplica dondola ora sulla superficie del lago, riflettendosi in mille bagliori del giorno che muore. M. Fon.